13 e 14 gennaio 2024 attivazione Cristo Velato della serie bellezze d’Italia su idea di Maria IU8CFS
ATTENZIONE: PUNTI NECESSARI per tutti 12. validi CONTATTI CW PUNTI 3, CONTATTI SSB PUNTI 2 CONTATTI FT8 PUNTI 1, Per quanto riguarda il regolamento gai 2024 clik qui Regole 2024
Swl richiesta solo se in possesso nominativo diplomiradio, altri nominativi non potranno per motivi tecnici essere presi in considerazione
aventi diritto:
osizione | Stazione | N.QSO | Punteggio |
1. | SP1AOL | 36 | 49 |
2. | IT9FEG | 26 | 43 |
3. | IZ8OFO | 19 | 33 |
4. | YO5OSF | 17 | 29 |
5. | ON3EI | 14 | 28 |
6. | IZ8STJ | 13 | 24 |
6. | IZ6WRI | 12 | 24 |
8. | IZ2LUS | 11 | 22 |
9. | EA7IRV | 18 | 21 |
9. | IK1JNP | 12 | 21 |
11. | I8URR | 10 | 20 |
11. | IT9GND | 10 | 20 |
11. | IT9IFV | 10 | 20 |
14. | HB9EZA | 10 | 19 |
14. | IT9ECY | 10 | 19 |
14. | IW2OGW | 10 | 19 |
17. | IZ0ARL | 9 | 18 |
18. | IK7VKC | 9 | 17 |
19. | I4JHG | 9 | 16 |
19. | 9A1AA | 8 | 16 |
19. | IK2JTS | 8 | 16 |
19. | IU0OXA | 8 | 16 |
19. | IU5MPR | 8 | 16 |
24. | DL3AG | 9 | 15 |
25. | IU8OSJ | 8 | 14 |
25. | IT9ZQO | 7 | 14 |
25. | IU8PXZ | 7 | 14 |
25. | IW1BNZ | 7 | 14 |
25. | IZ6UWA | 7 | 14 |
30. | IU2LUH | 7 | 13 |
31. | IZ4YDC | 7 | 12 |
31. | IT9AOB | 6 | 12 |
31. | IU5JJO | 6 | 12 |
31. | IU7KQS | 6 | 12 |
swlit1mo
Attivatori :
Callsign | Points | |
---|---|---|
IT9HRL | ||
IU0KNS | ||
IU0LGK | ||
IU5KWL | ||
IU8CFS | ||
IW0FGX | ||
IW0HOQ | ||
IZ0PAP | ||
IZ0PJQ | ||
IZ4AIF | ||
IZ5RKH |
IQSL PER ATTIVATORI
Il Cristo velato è una scultura marmorea di Giuseppe Sanmartino, conservata nella cappella Sansevero di Napoli ed è stata realizzata nel 1753.
Raimondo di Sangro fu il committente di quest’opera, che originariamente doveva essere collocata nel mausoleo di famiglia sottostante la Cappella, vano che oggi ospita le Macchine anatomiche. Un piastrone di pietra indica oggi il punto preciso dove la statua avrebbe dovuto essere posta. L’incarico di eseguire il Cristo velato fu in un primo momento affidato allo scultore Antonio Corradini; tuttavia, deceduto da lì a breve, questi fece in tempo a realizzare solo un bozzetto in terracotta oggi al museo nazionale di San Martino. L’incarico passò così a Giuseppe Sanmartino, a cui venne chiesto di produrre «una statua di marmo scolpita a grandezza naturale, rappresentante Nostro Signore Gesù Cristo morto, coperto da un sudario trasparente realizzato dallo stesso blocco della statua».[2]
Sanmartino realizzò quindi un’opera dove il Cristo morto, sdraiato su un materasso, viene ricoperto da un velo che aderisce perfettamente alle sue forme. La maestria dello scultore napoletano sta nell’esser riuscito a trasmettere la sofferenza che il Cristo ha provato, attraverso la composizione del velo, dal quale si intravedono i segni sul viso e sul corpo del martirio subito. Ai piedi della scultura, infine, l’artista scolpisce anche gli strumenti del suddetto supplizio: la corona di spine, una tenaglia e dei chiodi.[2]
Matilde Serao, grande ammiratrice della scultura, ci restituisce una descrizione assai vivida del Cristo:[3]
«Sopra un largo piedistallo è disteso un materasso marmoreo; sopra questo letto gelato e funebre giace il Cristo morto. È grande quanto un uomo, un uomo vigoroso e forte, nella pienezza dell’età. Giace lungo disteso, abbandonato, spento: i piedi dritti, rigidi, uniti, le ginocchia sollevate lievemente, le reni sprofondate, il petto gonfio, il collo stecchito, la testa sollevata sui cuscini, ma piegata sul lato dritto, le mani prosciolte. I capelli sono arruffati, quasi madidi del sudore dell’agonia. Gli occhi socchiusi, alle cui palpebre tremolano ancora le ultime e più dolorose lagrime. In fondo, sul materasso sono gettati, con una spezzatura artistica, gli attributi della Passione, la corona di spine, i chiodi, la spugna imbevuta di fiele, il martello […] E più nulla. Cioè no: sul Cristo morto, su quel corpo bello ma straziato, una religiosa e delicata pietà, ha gettato un lenzuolo dalle pieghe morbide e trasparenti, che vela senza nascondere, che non cela la piaga ma la mostra, che non copre lo spasimo ma lo addolcisce»
La firma dello scultore, infine, è apposta sul retro del piedistallo, sotto il materasso: «Joseph Sanmartino, Neap., fecit, 1753».[3]