Una festa internazionale, ma con radici italiane. Era il 5 marzo del 1896 quando il fisico Guglielmo Marconi brevettò la radio per la prima volta. Lo fece a Londra, città in cui si era trasferito per proseguire gli studi.
La validità della sua scoperta, però, fu riconosciuta solo quando il segnale riuscì ad arrivare oltreoceano, nel 1907. Scoperta che nel 1909 gli valse il premio Nobel per la Fisica e che cambiò la storia delle comunicazioni.
“Uri, Unione Radiofonica Italiana. 1-RO: stazione di Roma. Lunghezza d’onda metri 425. A tutti coloro che sono in ascolto il nostro saluto e il nostro buonasera. Sono le ore 21 del 6 ottobre 1924. Trasmettiamo il concerto di inaugurazione della prima stazione radiofonica italiana, per il servizio delle radio audizioni circolari, il quartetto composto da Ines Viviani Donarelli, che vi sta parlando, Alberto Magalotti, Amedeo Fortunati e Alessandro Cicognani, eseguirà Haydn dal quartetto opera 7 primo e secondo tempo”.
Così veniva annunciato il primo programma radiofonico della storia italiana, 98 anni fa. Uri che poi divenne Eiar (Ente italiano per le audizioni radiofoniche), che deteneva il monopolio delle trasmissioni radiofoniche. Nel 1944 l’Eiar cambia il suo nome in Rai, Radio Audizioni Italiane.
La diffusione che ha avuto in Italia è storia.